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Grotta di Coppola
   
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Immagine per punto elenco Roca Vecchia, Canale Monterano, la Grotta di Lupoli
Immagine per punto elenco Roma sull’antico sentiero mediterraneo
Immagine per punto elenco Strabone ed il sistema viario pugliese meridionale
Immagine per punto elenco Ipotesi per l’archeologia medioevale
Immagine per punto elenco Le fortune dell’itinerario della Grotta di Coppola
e delle Masserie di Lupoli e dei Monti del Duca
Immagine per punto elenco Attualità dello studio dell’antico sentiero mediterraneo

 

 

 

 

 

 

 

Immagine disegno della Masseria Coppola


Descrizione del paesaggio

Immagine foto panorama paesaggioUn passo dopo l’altro, fra i dirupi e i cespugli dove la mano dell’uomo, in cerca di legna, da molti decenni non apre più il sentiero e dove il morso ed il calpestio delle capre non aprono più la pista, si raggiunge il crinale dei monti dove l’altopiano murgese si apre verso la pianura. La visone è fortemente evocativa: alle spalle, verso oriente, lontane ed invisibili, Ceglie, Brindisi e l’Adriatico. Di fronte, ai piedi del crinale, si vedono, vicine, Lupoli e Coppola le due masserie con i loro trulli ed i fabbricati bianchi, dipinti a calce, ed una distesa di olivi che guardano e si fanno guardare, maestosi e saggi, di una paziente saggezza secolare.

L’occhio si apre a ventaglio. Nelle mattine di tramontana di fronte si scorgono i monti della Calabria. A sud ovest si scorgono Taranto ed il Mar Piccolo e un po’ più a monte la superstrada Taranto Brindisi. Immagine foto metanodotto
Più a nord, dopo tanti vigneti ed oliveti e paralleli a questa strada il vecchio tratturello Martinese, l’antico Tratturo Regio. E più a nord ancora si apre il tracciato del metanodotto che conduce il gas dai giacimenti dell’Algeria, attraverso lo Stretto di Messina e la Calabria, alla centrale elettrica di Brindisi.

Ed ancora più a in là stende i suoi fili mollemente arcuati, giù dai tralicci, l’elettrodotto Brindisi – Matera.

Di fronte a occidente Crispiano ed, più a destra, ad un tempo arcigne ed ospitali, con i loro cortili, con le stalle, con le torri difese dai piombatoi e con le antiche raccolte cappelle, si mostrano al viandante Lupoli e i Monti del Duca, masserie così senza tempo e così attuali.

Quante di queste cose hanno visto gli antichi abitanti che in era preistorica abitavano già la Grotta di Lupoli, rusticissimo e privilegiato osservatorio a mezza costa sulla valletta che dall’altopiano scende verso Coppola?

Certamente vedevano il Pollino e la Sila, lontane nelle mattine di tramontana, certamente Mar Piccolo e la fila non interrotta di macchia scoscesa e di monti che passa a nord di Crispiano e di Massafra, che va verso Laterza e che si lascia a sud la pianura.

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Ipotesi storico archeologiche

Immagine foto La vallettaUn flusso tumultuoso di pensieri ti porta a pensare che quella Grotta non è una grotta qualsiasi. Infatti è ubicata nel punto in cui, come dimostrano la presenza del metanodotto e dell’elettrodotto, iniziano a divergere le due direttrice Brindisi – Matera e Brindisi - Sicilia. E’ questo ti fa pensare che forse quello è un tratto dell’antico sentiero pedonale che fa il periplo del Mediterraneo. Che quel sentiero, con qualche modifica, è forse quello già percorso da gruppi umani neolitici e dell'età del bronzo. Si tratterebbe di un segmento di quell’itinerario che nel 312 a.C. il Censore Appio Claudio Cieco iniziò a far lastricare. Divenne quel sentiero, con qualche modifica, fra l'altro, la via Appia, la via Egnazia, la Via Clodia e la via Eraclea (quest'ultima congiungeva Roma alle Colonne d'Ercole ad all'Oceano Atlantico).

Se si dispone di un guscio di noce che possa attraversare il Canale d'Otranto, una attenta visione della cartina del Mar Mediterraneo ci dice che la via pedonale più breve dalla Turchia alla Francia passa per la Puglia meridionale, va verso il Tirreno e finalmente si congiunge alla costa del golfo di Genova. Quel percorso è migliore rispetto a quello alternativo che fa il periplo pedonale dell'Adriatico. Immagine foto metanodotto
I pedoni fanno per prova ed errore la via più breve ma anche gli elettrodotti ed i metanodotti fanno la via più breve. Non devono come le superstrade avvicinarsi ai centri urbani e questo in una qualche maniera suffraga la tesi che ci si trova di fronte alla madre di quella magica strada che che unisce Brindisi a Matera e che poi verrà incoronata come Regina Viarum.

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Roca Vecchia, Canale Monterano, la Grotta di Lupoli

C’è un reperto che può confermare la tesi che la grotta era su un itinerario così importante. Sulla grotte è stato da poco rinvenuto un silo, un manufatto ipogeo di un paio di metri cubici in forma ovoidale. Quel silo è uguale a quelli rinvenuti sopra le grotte di Canale Monterano sull’antica via Clodia a nord di Roma. Un filo rosso collega la costa ligure, il guado sul Tevere, Capua, Matera, la Grotta di Coppola, la costa pugliese e quella albanese.

L’ipotesi necessita di una verifica che sembra potersi rinvenire in un punto preciso. C’è un solo nodo, un solo punto che inequivocabilmente è un tratto di quell’antico sentiero mediterraneo: l’insediamento costiero di Roca Vecchia, a San Foca, vicino Lecce, dove in certe condizioni di luce, ad un tempo lontana e vicina, si scorge la costa albanese.

E proprio lì, si ritrovano, grandi, alcune consumate dai marosi, bocche di silo ovoidali. Non uno ma tanti vicini alle grotte lungo le scarpate che vanno al mare e ti pare di scorgere anche sentieri fra le rocce che somigliano alle tagliate di Canale Monterano, in Etruria sentieri stretti e scavati profondamente fra le rocce.

Immagine foto Grotta di LupoliMa è questa una prova o solo un ipotesi?
I siloi si trovano un po’ ovunque è vero ma allora perché la Grotta di Lupoli, quelle di Canale Monterano e Roca hanno un silo vicino? L’ipotesi che si tratti di un deposito di granaglie offerte per rifocillare i viandanti ha un qualche fondamento. Infatti la grotta di Lupoli è sulla scarpata destra di una valletta che corre parallela al tratturello Martinese. La grotta ed il silo non sono vicini ai campi coltivati, in pianura, in luoghi più facilmente abitabili. La grotta, col suo deposito ipogeo, sono a mezza altezza in una posizione tale che offre all’orizzonte la vista della strada per Laterza (via Appia) e per la Calabria.

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Roma sull’antico sentiero mediterraneo

Roma è sorta in un punto che non era sul mare. Quella città si è sviluppata sul guado del fiume che si trovava sulla direttrice che congiunge Capua e La Spezia. Un'unica linea retta che lastricata è diventata a sud la via l’Appia con i quaranta chilometri di rettilineo della fettuccia di Terracina ed, a nord di Roma, la Via Clodia.
Quindi anche Roma è nata in vantaggioso tratto del sentiero pedonale descritto.

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Strabone ed il sistema viario pugliese meridionale

La Guida alle Antiche Strade Romane edita dall’Istituto Geografico De Agostini (Novara 1994) riporta il seguente passo di Strabone (Geografia VI)
"Nel caso di coloro che giungono per mare dalla Grecia o dall’Asia la via più diretta è quella di Brindisi infatti tutti quelli che vogliono andare a Roma per via di terra approdano a questo porto. Da qui vi sono due strade: una è una mulattiera che attraversa il paese dei Peucezi (detti anche Pedicli), dei Dauni e dei Sanniti fino a Benevento. Immagine foto Grotta di LupoliLungo questa strada si trova la città di Egnatia, quindi Ceglie, Noja, Canosa e Ordona. Ma la via Appia per Taranto che situata leggermente a sinistra dell’altra, anche se più lunga di un giorno rispetto alla prima fino a Benevento è più adatta ai veicoli".

Ricorda il prof. Lorenzo Quilici nel volume la Via Appia Regina Viarum - Viviani Editore Roma 1997 - che "Per chi non voleva ingolfarsi nel traffico di Taranto, la Via Appia offriva un'alternativa seguendo la costa a nord del Mar Piccolo, per Masseria San Pietro".

E' appena il caso di ricordare che l'itinerario della grotta di Lupoli risulta ancora più vantaggioso di quello illustrato dal Prof. Quilici in quanto più diretto fra Ceglie, Laterza e Matera.

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Ipotesi per l’archeologia medioevale

Uscendo dalla valletta della grotta e risalendo sui monti se si svolge lo sguardo verso nord si vede l’altopiano da cui parte un viottolo che quando giunge il piano confluisce in una piantata di olivi che i vecchi chiamavano la Cegliese, vicina alla Masseria Lupoli. Il viottolo, dopo Lupoli, prosegue lungo il piede dei monti su una linea che sembra leggermente degradante verso i Monti del Duca e dopo il monte di Papa Ciro prosegue verso Crispiano.

Immagine foto paesaggio e boscoQuesta osservazione sembra spiegare il perché quelle due masserie, e solo loro, hanno la torre alta e col piombatoio, il cortile chiuso da alte mura ed una struttura così ampia. Erano mi si conceda il termine motel o come dicevano i latini parochiae e non centri aziendali rurali.
La linea che congiunge le due masserie è parallela al tratturello e passa a monte di quello che le antiche carte chiamavano palude Monaca o lago di Lupoli e che Edmondo Perrone negli anni cinquanta con ardite opere di canalizzazione bonificò definitivamente.

Quindi quelle torri e quelle masserie (Lupoli pare si chiamasse Torre Longa) erano li a monte della palude e su un itinerario così importante.

Inoltre v’è da osservare che alcune montagnole di terra bianca tufacea in zone di terra rossa vicine al tratturello Martinese forse sono i detriti di vecchie stazioni lungo la via pedonale. E queste montagnole ancora non sono state sudiate.

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Le fortune dell’itinerario della Grotta di Coppola e delle Masserie di Lupoli e dei Monti del Duca

Rimane aperta la questione delle fortune di questo itinerario. Fra il primo ed il secondo secolo dell’era cristiana Traiano aprì un nuovo braccio della via Appia, l’Appia Traianea, che da Benevento raggiungeva il mare Adriatico. Certamente risale a quell’epoca la decadenza dell’itinerario materano tarantino. Tuttavia si deve osservare che quest’ultimo tragitto non è mai scomparso, esso ha convissuto con l’altro come oggi convivono la strada statale Basentana che passa da Potenza e l’autostrada Napoli – Canosa – Brindisi.

Piuttosto c’è da chiedersi quando questo sorpasso sia avvenuto. E’ probabile che esso sia coinciso con il progredire della navigazione a vela infatti probabilmente un itinerario fu soppiantato dall’altro quando inizio ad essere possibile navigare direttamente da Manfredonia, da Trani o da Bari verso la Grecia attraversando un braccio di mare più ampio di quello che si attraversava partendo da Brindisi.

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Attualità dello studio dell’antico sentiero mediterraneo

Antiquitas seculi juventus mundi, antichità di secoli gioventù del mondo. Queste parole del filosofo Bacone tornano alla mente guardando quei solchi ancora tracciati nei banchi tufacei. Serve la storia a valutare il presente? Cero che sì. Immagine foto paesaggio e metanodottoIn Europa descrivono i pugliesi come coloro che non sanno rispettare le leggi e difendere le frontiere e giustificano così il fatto che l’immigrazione in Europa passa tutta dalla Puglia. Ma si deve invece ammettere che la Puglia è sottoposta alla pressione immigratoria perché e sulla più naturale delle strade utili per raggiungere il nord Europa.

Meraviglia invece che le merci che arrivano dal Pacifico e che passano da Suez arrivino in Italia via Rotterdam attraverso gli intasati valichi alpini. Non c’è qualcosa che bisogna migliorare nel sistema portuale del Sud Europa?

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Immagine disegno della Masseria Coppola

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